Elena Lucrezia Corner Piscopia, la prima laureata al mondo

Pillole di Storia

piscopia

La prima donna laureata al mondo è stata Elena Lucrezia Corner Piscopia che conseguì il dottorato in Filosofia a Padova il 25 giugno 1678.

L’Ateneo di Padova dimostrò anche allora la sua laicità: il vescovo, cardinale Barbarigo, allora cancelliere, si opponeva alla laurea d’una donna, contrastato dal collegio universitario. Elena si doveva addottorare in Teologia, e la laurea in filosofia fu un escamotage per convincere il Barbarigo. Proprio per tale contrasto l’Ateneo celebrò con molto fasto l’avvenimento.

L’11 gennaio 1685 il Collegio dei Filosofi e dei Medici decretò l’emissione d’una medaglia a ricordo: “… resta con la viva voce decretato da questo Sacro Collegio che sii improntata l’effigie dell’eccellentissima Signora Helena Lucretia Cornara Piscopia, nobile veneta laureata, del medesimo Collegio in una medaglia ad perpetuam rei memoriam, e gloria della stessa”.

12279007_1661163044122681_9052694636007338907_n

Elena Lucrezia Corner Piscopia “nacque in Venetia l’Anno della Salute 1646 e alli 5 di giugno circa un’hora di notte”.
Il padre, Giovan Battista, è un nobile la cui famiglia annovera anche dei dogi nel suo pedigree; la madre, Zanetta Boni, è invece donna di umili origini e forse dal passato torbido, paventando taluni che fosse stata addirittura una prostituta.
Data la diversa estrazione sociale, il legame fu per lungo tempo irregolare e solo nel 1654 fu legittimato, quando la coppia aveva già procreato sette figli.

Giovan Battista Corner, benché molto attivo, non riesce a cogliere grandi riconoscimenti in campo pubblico, tant’è che è costretto ad acquistare, pagandola, l’unica carica prestigiosa, quella di procuratore di San Marco, concessagli. L’ingegno che Elena Lucrezia aveva manifestato sin da tenera età fu quindi per lui motivo di riscatto, consentendogli così di risollevare le sorti d’una famiglia il cui prestigio risultava ormai datato.
Elena Lucrezia fu quindi favorita, e forse anche incentivata, in questa sua predisposizione e poté godere d’una istruzione superiore che le permise l’apprendimento, oltre che delle usuali materie classiche ed umanistiche, anche delle principali lingue straniere di allora (francese, greco e spagnolo) e delle materie di carattere scientifico (matematica, astronomia, scienze naturali).

Poté inoltre godere della “libertas” dello Studio di Padova, una delle poche espressioni culturali del tempo non nata in seguito a concessione papale, che menava giustamente vanto di laicità, tanto da arrivare a momenti di grosso attrito con le autorità ecclesiastiche.
Dissidi vi erano già stati tra Studio e Santa Sede perché l’Università patavina non poneva pregiudizi di sorta sulla fede religiosa dei propri iscritti, ritenendo di dover valutare la qualità culturale dell’allievo e non quella di carattere confessionale. Altri se ne aggiunsero, quando Elena Lucrezia richiese di laurearsi in teologia.

La richiesta era audace e senza precedenti ma trovò terreno fertile nella “patavina libertas”, oltre che suffragata dalla fama ormai acquisita dall’ingegno della giovane. Non sorsero neppure impedimenti politici, anzi si apprestava già una cerimonia adeguata all’eccezionalità dell’avvenimento, quando giunse la preclusione da parte del cardinale Gregorio Barbarigo. Questi, in quanto cancelliere dell’Università, non concesse il suo dovuto consenso, ritenendo inconcepibile di “addottorar una donna” e, soprattutto, in teologia.
Era il 1669 e la diatriba si protrasse sino al 1678 allorché, grazie ad un escamotage, si riuscì a convincere il prelato ad accettare che ad Elena Lucrezia fosse consentito di laurearsi in filosofia.

Il 25 giugno 1678, in occasione dell’esame finale di laurea, fu necessario spostare la cerimonia in cattedrale, tanta era la folla accorsa per partecipare all’avvenimento.

Elena Lucrezia divenne così la prima laureata e la sua fama scomodò teste coronate, scienziati illustri e personaggi politici, tutti desiderosi di poterla conoscere. Lei aveva nel frattempo preso i voti, sebbene non sembra che sia però mai vissuta in convento, e non godeva d’una buona salute. Il tutto le precluse di dare continuità ai suoi studi e di condurre una normale vita mondana.
Morì, neppure quarantenne, il 26 luglio 1684, forse con l’unico rimpianto di non essersi potuta addottorare nella sua materia preferita.

12274686_1661415974097388_2054580105863631309_n
L’immagine sopra del monumento dedicato a Elena Lucrezia Cornaro Piscopia è tratta da “L’università di Padova: otto secoli di storia”, Signum Padova editrice, Padova, 2001.

Nazareno Valente

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *